Faber, il canto della terra
Il monologo teatrale scritto da Giommaria Monti, interpretato dall’attore Fabrizio Passerotti con la regia di Raimondo Riu, è il racconto non solo e non tanto della biografia artistica di Fabrizio De Andrè, quanto un viaggio all’interno della sua opera su alcuni tra i tanti sentieri percorribili.
Data:
02 Ottobre, 2024
Il monologo teatrale scritto da Giommaria Monti, interpretato dall’attore Fabrizio Passerotti con la regia di Raimondo Riu, è il racconto non solo e non tanto della biografia artistica di Fabrizio De Andrè, quanto un viaggio all’interno della sua opera su alcuni tra i tanti sentieri percorribili.
È la storia di un piccolo gruppo di ragazzini che nel vecchio mulino del padre di uno di loro in un piccolissimo paese della Sardegna, alla fine degli anni Settanta suonano le canzoni di Faber. Scoprono la potenza enorme della sua voce (uno strumento tra gli strumenti), il fascino della scrittura di canzoni che hanno attraversato gli ultimi sessant’anni della storia del Paese.
Il monologo segue il filo del senso della giustizia nelle canzoni di De Andrè, partendo dal Pescatore che incarna la trasgressione alla legge costituita con un gesto semplice e rivoluzionario: offrire pane e vino a un assassino in fuga, come un’eucarestia laica. L’appartenenza alla Sardegna e al mistero della sua lingua antica, dei suoni, del silenzio delle colline e dei pascoli. Un legame profondo che resiste, anzi si fortifica, anche attraverso l’esperienza drammatica del sequestro. Ma il legame con la terra degli uomini è qualcosa che ha a che vedere col senso religioso e percorre tutta l’opera di Faber: il monologo ne racconta la portata profondamente etica e anche politica, con chiavi di interpretazione della religiosità profondamente umana e che ha poco o nulla a che vedere con le verità rivelate del credo religioso della Chiesa. L’altro percorso che il monologo percorre è quello della lingua sarda e del genovese, profondamente legato alla mistica del territorio e all’appartenenza alle culture millenarie del Mediterraneo. Quel Mediterraneo che oggi è diventato la tomba per i disperati in cerca di riscatto e che i ragazzi del mulino seguono nelle vie dei canti di Faber, fino ad arrivare al grido di libertà delle donne iraniane. Un oggi che è tutto dentro le canzoni di uno dei più grandi cantori dell’umanità dell’ultimo secolo.
INGRESSO LIBERO – l’ evento sarà domenica 27 ottobre 2024 ore 17.30 location come da locandina allegata.
Ultimo aggiornamento
02 Ottobre, 2024