Sa Die de sa Sardigna 2024, il presidente FASI Bastianino Mossa: «La FASI, assieme a tutti i sardi nel mondo, in qualità di Ambasciadores, vive quotidianamente lo spirito de “Sa Die”»
Cari emigrati, cari sardi in Italia e nel mondo…
“Sa die de sa Sardigna” è la festa del popolo sardo, stabilita per il 28 aprile dalla legge n. 44 della Regione autonoma della Sardegna del 14 settembre 1993, in ricordo del 28 aprile 1794, data della storica cacciata pacifica (sia pure temporanea) dei piemontesi dalla Sardegna nel quadro dei moti antifeudali del triennio rivoluzionario sardo (1793-1796).
Data:
29 Aprile, 2024
Cari emigrati, cari sardi in Italia e nel mondo…
“Sa die de sa Sardigna” è la festa del popolo sardo, stabilita per il 28 aprile dalla legge n. 44 della Regione autonoma della Sardegna del 14 settembre 1993, in ricordo del 28 aprile 1794, data della storica cacciata pacifica (sia pure temporanea) dei piemontesi dalla Sardegna nel quadro dei moti antifeudali del triennio rivoluzionario sardo (1793-1796). Quell’evento storico di fine Settecento è stato possibile in virtù dell’unità del popolo sardo, desideroso di conquistare libertà civile e autonomia politica, in poche parole “liberazione dalla tirannia”. La FASI così come le altre federazioni di emigrati in Europa e nel Mondo, cogliendo immediatamente questo significato, onorano ogni anno, senza interruzioni, questo appuntamento commemorativo perché occasione importante per riaffermare il concetto che essi fanno parte, insieme con i residenti, di un unico popolo, quello sardo! Questo sentimento attraversa quell’arcipelago formato dai circoli sardi sparsi nel Continente italiano e non solo, di cui ne è prova il grande fermento di attività proposte aventi come tema “Sa die de sa Sardigna”.
Nel sito www.fasi-italia.it sono pubblicate in dettaglio le numerose iniziative che vanno da organizzazioni di convegni a rappresentazioni teatrali, a semplici letture, a canto in tema de “Sa Die”. Vale la pena rimarcare quella dal titolo: “Sonos e cantos de sa Sardigna” organizzata dal circolo di Marchirolo, l’Associazione di promozione sociale “Giommaria Angioy”, presieduto manco farlo apposta da Gianfranca Canu, bonesa, compaesana dell’illustre rivoluzionario protagonista di quel triennio che infiammò l’animo e le speranze dei sardi. In tutte queste manifestazioni risuonerà con orgoglio l’inno sardo, “Su patriota sardu a sos feudatarios”, per tutti “Procurade ‘e moderare”, scritto dal magistrato ozierese Francesco Ignazio Mannu tra la fine del 1795 e gli inizi del 1796 che ci richiama al dovere della difesa dei diritti del popolo sardo contro la prepotenza degli oppressori, sos barones.
A distanza di più di due secoli cosa ci insegna Sa die de Sa Sardigna? Lasciando da parte gli interessi particolari, sicuramente quello di far convergere in un’azione unitaria il popolo sardo, soprattutto su quelle tematiche di ordine strutturale e di sistema, che oramai dipendono più dalle politiche comunitarie che nazionali o regionali. Ad esempio il pieno riconoscimento del principio di insularità, in quanto da esso ne deriva la difficoltà di poter disporre di una continuità territoriale equa e dignitosa per tutti i sardi: residenti e non! Un’azione unitaria in difesa di quell’ambiente, unico nel bacino mediterraneo, che può ancora garantire un’economia sostenibile per due comparti agropastorali e turistici unici al mondo. Un’azione unitaria che tenga conto dell’innovazione, anche dell’IA (Intelligenza artificiale), che ci può aiutare a conservare e valorizzare il patrimonio culturale immenso e prezioso di cui la Sardegna dispone a partire dalla lingua, sa limba!
Proprio per questo la Fasi, assieme a tutti i sardi nel mondo, in qualità di Ambasciadores, vive quotidianamente lo spirito de “Sa Die”, e da questo è nata la volontà di dotarsi di strumenti/servizi in grado di attenuare in parte le difficoltà di continuità territoriale con il progetto Eurotarget oppure con il progetto SardaTellus per la promozione e il consumo dei prodotti agroalimentari sardi di qualità in tutte le famiglie dei sardi fuori dalla Sardegna. Questi servizi non potrebbero avere successo senza quello spirito e quel solido tessuto connettivo costituito da cultura, tradizione e identità sarda. Questo è per noi il 28 aprile, “Sa die de sa Sardigna”.
Bastianino Mossa
Presidente FASI APS (Federazione delle associazioni sarde in Italia)
Ultimo aggiornamento
29 Aprile, 2024